"come pesci" |
Da diversi giorni sta lavorando sullo
stesso pannello. La sintesi iniziale è implementata da successive
rivisitazioni cromatiche e assemblaggi che rimandano al dramma dei
morti in mare e di quanti ancora sofferenti ma in vita sperano in un
approdo amichevole.
Un porto sicuro al riparo dai soprusi e
dagli abusi degli aguzzini che fino all'ultimo imbarco hanno dovuto
subire.
La tratta degli schiavi è la nuova
guerra. La guerra tra ricchezza e povertà. Campi di battaglia in cui
molti bivaccano per saziare i propri istinti famelici spinti
dall'egoismo e dalla fame. Una guerra combattuta e subita. Distorta
dalle teorie di certi personaggi ottusi in cui non si comprende dove
finisce la stupidità e inizia la cattiveria umana o il calcolo
elettorale dei nuovi dittatori. E intanto le persone imbarcate dai
machiavelli contemporanei soffrono, alcuni muoiono e altri sognano,
sperano nella bontà delle civiltà evolute. Paesi acculturati, retti
dalla storia e dalle scoperte scientifiche condotte grazie
all'evoluzione apportata dalle menti evolute. (…).
I rimandi e le allusioni a quanto sta
succedendo nel mediterraneo e prima ancora in Africa sono chiari.
Volutamente la superficie rimane scarna. Essenziale. C'è sofferenza!
E i drammi non possono essere sublimati da chi denuncia miseria e
affanni umani con i mezzi che ha a disposizione...
Materassi come loculi. Tramonti o albe.
Sogni. Lacerazioni materiche. Pittura. Assemblaggi esprimono stati
d'animo lancinanti di quanti sono costretti all'errante azione...
Il maestro non parla ma è come se lo
facesse. La sua irruente creatività mi investe vestendomi i pensieri
e la mente a lungo.