sabato 13 maggio 2017

SOTTOPELLE

Sognatore? Non direi. L'artista è, donna o uomo, quell'entità disincantata che sa ancora stupirsi. È uno/a che gioca e plasma gli umori vitali secondo esigenze personali relazionabili al collettivo.
Medita sulle ansie e gli slanci che muovono le persone nell'arco temporale dell'esistenza. È quell'essere che, nonostante tutto, cammina convintamente sui sentieri della conoscenza per perseguire i sogni di bellezza suggeritegli dalla mente e dal cuore.

È ciò che sento ogni volta che entro nello studio del maestro Mario Iannino. I suoi lavori e le sue parole mi convincono di essere in un luogo altro, lontano dalle logiche mercantili degli ignoranti. Di quelli che dicono: “hai mercato? no. E allora perché dovrei comprare un tuo quadro?”.

In effetti è ben altro il lavoro creativo!

Giocare con la conoscenza, come dice il maestro, significa abbandonare schemi mentali prestabiliti. Conservare le esperienze. Riprenderle e farle proprie per suggerire nuove poetiche.
È un po' come la curiosità immacolata di chi osserva le nuvole con occhi ingenui, propensi ai suggerimenti repentini e cangianti delle forme sospinte e plasmate dal vento.

I “sottopelle” sono questo e altro. Suggeriscono libertà associative mutevoli. Proteggono liberi pensieri, idee, sogni. Associano il già visto, creando, in divenire nuove possibili visioni.

"sottopelle" polimaterico su cartone intelaiato    





martedì 9 maggio 2017

nello studio del maestro Mario Iannino

Non so quanti di voi siano stati attratti dall'arte e dal suo mondo. L'arte che parla alla mente e al cuore. Sviluppi mentali che prendono forme negli studi, nelle fucine delle idee e delle sapienti azioni di quanti hanno dedicato il tempo a dialogare con la materia e il colore.
Mi riferisco a quel lavorio mentale immacolato che riesce ad acchiappare l'essere di chi lavora e osserva l'opera e che si traduce in opera d'arte.

Che sia figurazione o arte gestuale; installazione; rivisitazione e quant'altro l'importante è che riesca a farci mettere in sintonia col cosmo e diventi cervello e poesia, come se fosse la prima volta.

L'esperienza annulla gli errori ma non può sopperire all'assenza della creatività e dell'onestà intellettuale degli operatori che enfatizzano gli eventi.

Quando il lavoro è svolto esclusivamente per apparire, chi si espone, mascherando di concetti altisonanti e condendoli di verve citazionista, l'assenza della poesia visiva e dell'onestà salta agli occhi.

Intanto il mercato generalista e un certo tipo di figuri diseducano le menti coi loro assiomi: artista+ opera+ quotazione= valore commerciale e, quindi, culturale. Ma chi conosce la vita degli artisti, le loro tesi, il loro comportamento, sa bene che non funziona così.
Io ne ho conosciute persone dedite all'arte.
L'opera è il risultato del lavoro di chi sta attento agli umori sociali e li traduce in linguaggio poetico con l'aiuto delle tecniche e dei percorsi egreggiamente sviluppate e lasciati dai maestri.
L'opera non è valida fintantoché ha valore economico. L'opera è valida fintantoché propone, apre nuovi tragurdi, suggerisce dialoghi e rende possibili incontri tra affinità elettive e non solo.
Ho conosciuto molti artisti. E so per certo che chi ha scelto questa strada è consapevole delle difficoltà cui va incontro.
Fortunatamente, per loro, per gli artisti, il lavoro è l'ossigeno che tiene in fermento l'intelletto e li fa sentire vivi.
Ogni qualvolta oltrepasso la porta dello studio, una stanza piena zeppa di lavori, atrezzi, carte, libri e altri oggetti che sembrano messi lì a caso ma che la dicono tutta sulla personalità di chi vive e lavora in questo spazio, sento di entrare in una dimensione altra che mi avvinghia, mi culla, mi abbraccia lieve e riempie i pori col suo odore unico perché gli occhi e la testa sono già pieni di poesia.
Signori, siamo all'interno dello studio del maestro Mario Iannino. Benvenuti!

nello studio del maestro. interno, 2017



domenica 7 maggio 2017

Oltre Rotella

Ciao! È da tanto che non ci si vede. È .. è passato molto tempo dall'ultima volta che mi hai fatto visita.
Oltre un anno... che si dice?
Niente di chè. Si lavora. Si osserva. Si sperimenta. Si medita.
Ho letto che stai facendo nuovi lavori improntati sulla poetica di Rotella.
Non esattamente: osservo i suggerimenti degli squarci pubblicitari. E intervengo. Inserisco i miei simboli per rimandare, attraverso le metafore ad esse connesse, alla saggezza dei sogni dimenticati.
Mimmo Rotella incollava tre manifesti uno sull'altro e dopo interveniva. Strappava e lacerava la carta finché non venivano in superficie lettere e volti che rimandavano a citazioni, ricordi e atmosfere poetiche che trovavano dimora nella pubblicità delle locandine dei film.
Io prendo spunto della sua intuizione zen, come la definiva il Maestro, e vado oltre. Medito sulla inconsistenza del tempo e delle azioni umane. Della futilità linguistica affidata al mercato della pubblicità.
E questi lavori  “sottopelle”? ... ricoperti di pelle bianca, eterea, ma forte..
Hai detto bene: sottopelle. Evidenzio. Copro e scopro. Suggerisco. Apro discussioni. Invito all'analisi. ...per me, il lavoro creativo deve essere funzionale alla crescita interiore...
Per oggi può bastare!Parliamo d'altro.
D'accordo. Parleremo dei "sottopelle" la prossima volta