venerdì 13 luglio 2018

Migrazioni e ambagi in arte

"come pesci"

Da diversi giorni sta lavorando sullo stesso pannello. La sintesi iniziale è implementata da successive rivisitazioni cromatiche e assemblaggi che rimandano al dramma dei morti in mare e di quanti ancora sofferenti ma in vita sperano in un approdo amichevole.
Un porto sicuro al riparo dai soprusi e dagli abusi degli aguzzini che fino all'ultimo imbarco hanno dovuto subire.
La tratta degli schiavi è la nuova guerra. La guerra tra ricchezza e povertà. Campi di battaglia in cui molti bivaccano per saziare i propri istinti famelici spinti dall'egoismo e dalla fame. Una guerra combattuta e subita. Distorta dalle teorie di certi personaggi ottusi in cui non si comprende dove finisce la stupidità e inizia la cattiveria umana o il calcolo elettorale dei nuovi dittatori. E intanto le persone imbarcate dai machiavelli contemporanei soffrono, alcuni muoiono e altri sognano, sperano nella bontà delle civiltà evolute. Paesi acculturati, retti dalla storia e dalle scoperte scientifiche condotte grazie all'evoluzione apportata dalle menti evolute. (…).

I rimandi e le allusioni a quanto sta succedendo nel mediterraneo e prima ancora in Africa sono chiari. Volutamente la superficie rimane scarna. Essenziale. C'è sofferenza! E i drammi non possono essere sublimati da chi denuncia miseria e affanni umani con i mezzi che ha a disposizione...

Materassi come loculi. Tramonti o albe. Sogni. Lacerazioni materiche. Pittura. Assemblaggi esprimono stati d'animo lancinanti di quanti sono costretti all'errante azione...

Il maestro non parla ma è come se lo facesse. La sua irruente creatività mi investe vestendomi i pensieri e la mente a lungo.

domenica 15 aprile 2018

Oliviero Toscani, un grande della fotografia


Tutti siamo condizionati dalla ricerca del consenso. Nessuno produce più niente di coraggioso. Gli standard, i format sono tutti uguali e da quando esistono le piattaforme sociali sembra essere sconfinata senza ritegno la mediocrità ovunque.
I giovani che non sono svegli, non hanno coraggio, stanno bene così.
Quando si parla di creatività si apre un mondo nuovo completamente da esplorare. Si pensa all'avventura. Al coraggioso azzardo nella comunicazione visiva.
E alcuni pensano di aver risolto il problema solo pronunciando il concetto.. Non è così. Dov'è la creatività?


Continuiamo a dire che questo è un paese di creativi ma di cosa? Per fare cosa? Borse e scarpe. O prodotti effimeri di design?
La creatività è una conseguenza di un lavoro fatto nella pura incoscienza, nella pura insicurezza.
Il 1968 è l'anno della rivoluzione sociale. E Oliviero Toscani cominciò muovere i primi passi importanti nel mondo della fotografia e divenne in pochissimo tempo sinonimo di ritratti originali delle tendenze sociali contemporanee e dei movimenti.

Oliviero Toscani ha firmato campagne per Esprit, Chanel, Robe di Kappa, Fiorucci, Valentino, Prenatal, Jesus, Inter, Snai, Toyota, Ministero del Lavoro, della Salute, Artemide, Woolworth e tanti altri. Senza dimenticare inoltre le collaborazioni con il Ministero dell’Ambiente e della Salute e con la Regione Calabria, con la Fondazione Umberto Veronesi, e le innumerevoli campagne d’impegno sociale dedicate alla sicurezza stradale, all’anoressia, alla violenza contro le donne e contro il randagismo.
I suoi scatti hanno immortalato, secondo alcuni, con un pizzico di cinismo, scene cruente che mai nessuno avrebbe pensato di usarle in pubblicità per promuovere prodotti commerciali.
La sua fotografia è come uno schiaffo inaspettato in pieno volto e l'immagine della scena di un crimine efferato: un morto ammazzato per strada, il rivolo di sangue e le tre donne vestite a lutto nel tempo che sembra rarefatto divide lo sgomento di chi osserva da chi vive la “cultura”, gli usi e i costumi dei luoghi e diviene testimonial di una delle case più note del panorama industriale italiano.


venerdì 13 aprile 2018

Dedicato al maestro Mario Iannino

Ho già dedicato gran parte dello spazio di questo blog al lavoro di ricerca del maestro Mario Iannino ... oggi, entriamo nel suo studio:

questo è un angolo del suo atelier; una stanza dove trascorre gran parte del tempo. Non è un solitario lui è presente, ed esserci significa, per un artista contemporaneo, interagire con la materia, coi linguaggi del mondo, le produzioni, le rappresentazioni plastiche.
Materia, gesto, segno, lacerazioni, cromie, condensati in assemblaggi poetici raccontano il tempo...