sabato 1 luglio 2017

Calabria nemica dei calabresi

Ci sono delle realtà territoriali in cui si è sudditi a prescindere dalle potenzialità culturali autoctone. Volontà calate dall'alto. Dominus che decidono chi è degno di essere ascoltato, visionato e chi non lo è.

L'artista e il prodotto artistico deve venire da fuori altrimenti non fa notizia.
Eppure conosco tantissimi artisti locali degni di essere proposti alla platea che dice di interessarsi e capire di cultura.
Invece no! Stando a quanto accade da sempre, salvo rarissimi casi, qualcuno o qualcosa ha deciso che a partire dalla musica, per essere visibile in Calabria e a Catanzaro in particolare modo, non si deve parlare calabrese ad eccezione della taranta e della pizzica perché queste sono espressioni della cultura folk locale.

I paesaggisti e i pittori figurativi tecnicamente bravi che colgono squarci da cartolina e li copiano sulle tele, se conoscono qualcuno, sono ammessi solo nelle sagre di paese mentre chi fa ricerca linguistica nel campo della poetica visiva includendo storia e contemporaneità ma non ha padrini e padroni o non vuole fare pressioni su amicizie influenti rimane ai margini della cosiddetta macchina culturale.

Qualcuno si riempie la bocca di "ismi" e avanguardie varie ma è attratto solo dai soldi e dal potere che ne deriva dalla gestione della cosa pubblica.
Ancora nessuna figura giuridica, singolarmente o in nome di qualche fondazione, ha davvero inteso valorizzare l'ingegno locale

Giusto portare una collezione privata al San Giovanni con relativa figura curatrice a seguito. Francis Bacon è materia pittorica che tracima nella fantasiosa psicologia introspettiva cara a certa letteratura.

Bene l'installazione al parco della biodiversità e nei luoghi sacri della memoria contaminati dal modernismo.
Nel calderone della sottocultura c'è posto per tutti tranne che per la serietà propositiva di che ricerca la bellezza persino nei graffi dei linguaggi metropolitani.


Fare ricerca artistica in Calabria sarebbe deprimente se si facesse nell'attesa di un qualche riconoscimento da vetrina. La ricerca visiva è ossigeno per chi la fa e tanto gli basta per andare avanti nel chiuso della sua fucina. Ma basta, per carità, parlare e strombazzare sui media eventi di dubbia valenza che nessuno apprezza in quanto superati.