domenica 15 aprile 2018

Oliviero Toscani, un grande della fotografia


Tutti siamo condizionati dalla ricerca del consenso. Nessuno produce più niente di coraggioso. Gli standard, i format sono tutti uguali e da quando esistono le piattaforme sociali sembra essere sconfinata senza ritegno la mediocrità ovunque.
I giovani che non sono svegli, non hanno coraggio, stanno bene così.
Quando si parla di creatività si apre un mondo nuovo completamente da esplorare. Si pensa all'avventura. Al coraggioso azzardo nella comunicazione visiva.
E alcuni pensano di aver risolto il problema solo pronunciando il concetto.. Non è così. Dov'è la creatività?


Continuiamo a dire che questo è un paese di creativi ma di cosa? Per fare cosa? Borse e scarpe. O prodotti effimeri di design?
La creatività è una conseguenza di un lavoro fatto nella pura incoscienza, nella pura insicurezza.
Il 1968 è l'anno della rivoluzione sociale. E Oliviero Toscani cominciò muovere i primi passi importanti nel mondo della fotografia e divenne in pochissimo tempo sinonimo di ritratti originali delle tendenze sociali contemporanee e dei movimenti.

Oliviero Toscani ha firmato campagne per Esprit, Chanel, Robe di Kappa, Fiorucci, Valentino, Prenatal, Jesus, Inter, Snai, Toyota, Ministero del Lavoro, della Salute, Artemide, Woolworth e tanti altri. Senza dimenticare inoltre le collaborazioni con il Ministero dell’Ambiente e della Salute e con la Regione Calabria, con la Fondazione Umberto Veronesi, e le innumerevoli campagne d’impegno sociale dedicate alla sicurezza stradale, all’anoressia, alla violenza contro le donne e contro il randagismo.
I suoi scatti hanno immortalato, secondo alcuni, con un pizzico di cinismo, scene cruente che mai nessuno avrebbe pensato di usarle in pubblicità per promuovere prodotti commerciali.
La sua fotografia è come uno schiaffo inaspettato in pieno volto e l'immagine della scena di un crimine efferato: un morto ammazzato per strada, il rivolo di sangue e le tre donne vestite a lutto nel tempo che sembra rarefatto divide lo sgomento di chi osserva da chi vive la “cultura”, gli usi e i costumi dei luoghi e diviene testimonial di una delle case più note del panorama industriale italiano.


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