Non so quanti di voi siano stati
attratti dall'arte e dal suo mondo. L'arte che parla alla mente e al
cuore. Sviluppi mentali che prendono forme negli studi, nelle fucine
delle idee e delle sapienti azioni di quanti hanno dedicato il tempo
a dialogare con la materia e il colore.
Mi riferisco a quel lavorio mentale
immacolato che riesce ad acchiappare l'essere di chi lavora e osserva
l'opera e che si traduce in opera d'arte.
Che sia figurazione o arte gestuale;
installazione; rivisitazione e quant'altro l'importante è che riesca
a farci mettere in sintonia col cosmo e diventi cervello e poesia,
come se fosse la prima volta.
L'esperienza annulla gli errori ma non
può sopperire all'assenza della creatività e dell'onestà
intellettuale degli operatori che enfatizzano gli eventi.
Quando il lavoro è svolto
esclusivamente per apparire, chi si espone, mascherando di concetti
altisonanti e condendoli di verve citazionista, l'assenza della
poesia visiva e dell'onestà salta agli occhi.
Intanto il mercato generalista e un certo tipo di figuri
diseducano le menti coi loro assiomi: artista+ opera+ quotazione=
valore commerciale e, quindi, culturale. Ma chi conosce la vita degli
artisti, le loro tesi, il loro comportamento, sa bene che non
funziona così.
Io ne ho conosciute persone dedite all'arte.
L'opera è il risultato del lavoro di chi sta attento agli umori
sociali e li traduce in linguaggio poetico con l'aiuto delle tecniche
e dei percorsi egreggiamente sviluppate e lasciati dai maestri.
L'opera non è valida fintantoché ha valore economico. L'opera è
valida fintantoché propone, apre nuovi tragurdi, suggerisce dialoghi
e rende possibili incontri tra affinità elettive e non solo.
Ho conosciuto molti artisti. E so per certo che chi ha scelto
questa strada è consapevole delle difficoltà cui va incontro.
Fortunatamente, per loro, per gli artisti, il lavoro è l'ossigeno
che tiene in fermento l'intelletto e li fa sentire vivi.
Ogni qualvolta oltrepasso la porta dello studio, una stanza piena
zeppa di lavori, atrezzi, carte, libri e altri oggetti che sembrano
messi lì a caso ma che la dicono tutta sulla personalità di chi
vive e lavora in questo spazio, sento di entrare in una dimensione
altra che mi avvinghia, mi culla, mi abbraccia lieve e riempie i pori
col suo odore unico perché gli occhi e la testa sono già pieni di
poesia.
Signori, siamo all'interno dello studio del maestro Mario Iannino.
Benvenuti!
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nello studio del maestro. interno, 2017 |