1 maggio 1978. così è datata la tela
50x60 qui riprodotta. È un lavoro eseguito con i colori ad olio da
Mario Iannino dieci anni dopo la rivoluzione studentesca e
operaia.
È un lavoro ben impostato, con cromie graduali che raggiungono quasi i valori della monocromia. Elegante e ben strutturato nella sintesi grafica suggerisce sequenze
coercitive visive, ideologiche e reali. Punti di arresto obbligati che limitano le libertà
individuali e collettive dei lavoratori risvegliatisi dal decennale
letargo.
courtesy Mario Iannino, olio su tela 50x60, "primo maggio" |
"A soli dieci anni di distanza le
intenzioni ideologiche che spinsero alla rivoluzione culturale
sembrano irrimediabilmente vanificati. Fagocitati e assorbiti dalla
girandola degli affari. Dai compromessi.
La borghesia capitalista ha saputo
assorbire e pilotare i dogmi delle organizzazioni ed in parte le
organizzazioni stesse strutturatesi dopo quegli anni intrisi di
idealismi e buoni propositi." (cit. del maestro)
Donne e uomini, sintetizzati e
catturati non solo idealmente nelle linee di forza cromatiche, visualizzati nella parte
centrale della composizione, rappresentano, nei fatti, i nuovi schiavi.
Per quanto mi suggerisce, ritengo questa tela, e lo è, un lavoro profetico:
Non è l'uomo, nel suo genere, a emanciparsi dal lavoro com'era auspicato teoricamente e auspicabile dal pensiero positivo illuminante. È, purtroppo, la classe dirigente dominante a rendere i deboli schiavi del lavoro che non c'è.
Non è l'uomo, nel suo genere, a emanciparsi dal lavoro com'era auspicato teoricamente e auspicabile dal pensiero positivo illuminante. È, purtroppo, la classe dirigente dominante a rendere i deboli schiavi del lavoro che non c'è.
Mai tela o opera plastica è, ai miei
occhi, riuscita ad esprimere tanta sintesi profetica .
Quando si dice la profezia dell'arte.
Nessun commento:
Posta un commento